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Immagine del redattoreAntonello Calabrese

C.T.S. delle D.B.N. - lo stato dell'arte


CTS delle DBN Professione DBN




Comitato Tecnico Scientifico delle Discipline Bio Naturali della Regione Lombardia, lo stato dell'arte sulla definizione dei ruoli e delle responsabilità.

 

A che punto siamo con il C.T.S. delle D.B.N. della Regione Lombardia

 

C.T.S. delle D.B.N. della Regione Lombardia: un nodo non ancora sciolto

Ormai da anni sono stati posti alcuni quesiti alla Avvocatura della Regione Lombardia in merito alla natura del Comitato Tecnico Scientifico delle Discipline Bio Naturali della Regione Lombardia.

Il Comitato, istituito con Legge Regionale n.2 del 2005, ai sensi dell’art. 4 è organismo consultivo della Regione Lombardia. Inoltre, il successivo art. 8 della Legge recita: per le spese relative al funzionamento del comitato tecnico scientifico si provvede con le somme appositamente stanziate al bilancio di previsione per l’esercizio 2005 e successivi all’UPB 5.0.2.0.1.184 "Spese postali, telefoniche e altre spese generali". Il Comitato, inoltre, si è fino ad ora avvalso di un logo che riporta, per testo e grafica, alla Regione.


Di fatto, la Regione Lombardia non risulta aver mai erogato in favore del C.T.S. alcuna somma e il funzionamento del Comitato sembra assimilabile più ad una associazione di natura privatistica che a un Ente consultivo della Regione, non essendoci controllo e/o direzione da parte della Regione stessa.


La differenza tra natura privata o natura pubblica del Comitato non è affatto priva di conseguenze, in special modo in relazione alle responsabilità dell’Organo Dirigente del Comitato, eletto dalle Associazioni ed Enti che lo compongono, responsabilità di certo differenti se espressione di una funzione pubblica piuttosto che di natura privatistica.


Le spese di gestione del Comitato sono sempre state a carico dei suoi membri, che hanno operato in forma di sostanziale volontariato; Già in passato, a fronte di una controversia legale, il Direttivo del C.T.S. delle D.B.N. dovette reperire autonomamente i fondi per coprire le spese legali, in quanto la Regione non fornì alcun sostegno economico o assistenza legale.


Il Comitato, inoltre, non dispone di una sede legale, all’interno o al di fuori della sede della Regione, e non può garantire una corretta gestione dei dati personali ad esso affidati, non sussistendo le condizioni minime di garanzia.

I quesiti posti all’Avvocatura della Regione mirano a chiarire innanzitutto la forma pubblica o privatistica del Comitato, con conseguenti definizioni del suo funzionamento e delle responsabilità dei soggetti che operano ed agiscono per suo conto.


In conseguenza di un pronunciamento su questo punto, il Comitato dovrebbe qualificarsi pienamente o come Ente di natura pubblica, con intervento della Regione per disciplinarne il funzionamento, o come Associazione non riconosciuta di natura privatistica, dotandosi di statuto ed associando i propri membri quale associazione di secondo livello, dato che associa Associazioni ed Enti.


In ognuno di questi casi la Regione dovrebbe modificare la Legge che istituisce il Comitato per meglio definirne ruolo e competenze e tutelare l’Organo di Amministrazione che, al momento, opera sprovvisto di qualsivoglia garanzia.

Una possibile soluzione potrebbe essere affidare l’amministrazione del Comitato (presidenza, tesoreria, segreteria) a membri della Regione, delegando ad un Consiglio eletto tra i rappresentanti di Associazioni ed Enti tutto quanto concerne alla materia specifica, ossia le Discipline Bio Naturali.


In tal modo potrebbe essere possibile garantire il buon funzionamento amministrativo del Comitato, riservando oneri economici e responsabilità legali agli amministratori, ovvero alla Regione Lombardia, ma delegando la definizione dei profili formativi delle Discipline, la tenuta dei Registri degli enti e dei Professionisti e quant’altro possa essere utile al buon sviluppo e alla tutela delle D.B.N. a esperti del settore che potrebbero dedicarsi esclusivamente a compiti di loro indiscussa competenza.


Non resta che attendere la risposta ai quesiti posti ormai da lungo tempo, augurandoci che il ritardo non ricada, come conseguenze, sui membri dell’Organo Direttivo del comitato che, vogliamo ricordarlo, operano in forma volontaria e gratuita.

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